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Matteo Zanfi - Una pittura libera dalla pesantezza del corpo e della materia


Matteo Zanfi nasce a Modena nel 1972 e dopo il Liceo Classico (maturità con il minimo dei voti) frequenta per quatro anni l'Istituto Europeo di Design di Milano e consegue il Diploma in Grafica Superiore.
Grafico freelance, titolare dello Studio Tretigri comunicazione visiva, Zanfi ha realizzato già varie mostre. Le ultime due Personali sono: "Collagene" nel 2007 (Gallleria L'Artificio) e "Cut" nel 2009 (Galleria MiES di Modena).
Appassionato di arti visive, fumetti, tennis e musica, dice di dipingere per motivi a lui stesso sconosciuti.

Matteo Zanfi, con la sua arte, mira tendenzialmente alla riconquista di una scioltezza di tratto di ispirazione post-impressionista, attraverso cromie libere e chiare, eliminando il chiaroscuro accademico, con lo scopo di recuperare la tipica trasparenza e leggerezza della tavolozza, nella riscoperta dei valori luministici.
Il chiarismo di questo artista propone spontaneità in composizioni soltanto apparentemente schematiche, ma in realtà aggiornate sulla lezione delle avanguardie.
Qualla di Zanfi è una pittura impostata non sul disegno , ma sul colore e sul tono, non sul mestiere ma sulla spontaneità. Le sue sono nuove linee pittoriche e architettoniche in opposizione alla figurazione nuda e cruda. Ritrovando la pittura del "paesaggio" egli relega le figure a presenze simboliche.La tavolozza di Zanfi è di un rigore delicato nella finezza cromatica, di una gamma di tinte primaverili: bianco, grigio, argentati, verdi e azzurri, opachi rossi e rosa, liquidi celestini che si armonizzano in accostamenti di tonalità di un linguaggio intimamente personale, intimità e onestà di forme che ci offrono la consolante testimonianza di una continuità fra arte e poesia.Il discorso poetico di Zanfi non è quello del crepuscolo ma dell'aurora, egli porta all'aria aperta un romanticismo moderno dove la natura ha il sopravvento sulla vita, dove è sufficiente una colomba o una figura in secondo piano, anonima e spesso senza volto, per dare l'idea dell'infinito e dell'esiguità dell'uomo nei confronti dell'ambiente che lo circonda, dove gli spazi che sembrano vuoti e silenziosi, si animano di quotidiana routine e di rumori.
I personaggi che Zanfi rappresenta nelle sue opere sembrano fatti d'ombra, privi di qualsiasi tratto fisionomico che li identifichi, eppure pesantemente presenti sulla tela. Sottratti ad una mitologia contemporanea ed immersi in una atmosfera surreale i personaggi di questo poeta della pittura non sembrano raccontare nessuna storia, se non quella di un'umanità sospesa fuori del tempo ,in uno spazio mentale, prima e dopo la storia.
L'inclinazione di Matteo Zanfi è di misurarsi con l'incommensurabile, con l'immateriale e la volontà di esplorare la luce quale luogo della riflessione, in cui cercare una via di fuga verso l'altrove. L'artista usa il lume (la luce) quale spirito guida atto ad accompagnare lo spettatore verso l'uscita, al di là della soglia e oltre l'altare, in un paesaggio onirico ove sfumano i contorni e prendono consistenza credenze e miti.
Zanfi sembra voler dipingere l'aria, la nebbia e il vento, quelle inconsistenti atmosfere e quel pulviscolo che si riesce a vedere attraverso un raggio di sole che passa dalla finestra e illumina il pavimento della stanza.
Le ombre dei personaggi di questo artista mettono in scena sulla tela bianca una commedia fatta di sovrapposizioni e compenetrazioni , come l'immagine di un gabbiano che rammenta l'effimera ebrezza di un volo ormai lontano e libero dalle pesantezze del corpo e della materia.

Eraldo Di Vita

OPERE
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