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Il surrealismo onirico di Diego Valentinuzzi


Diego Valentinuzzi nasce a Monfalcone nel 1953, dove attualmente vive e lavora. La sua attività artistica si forma a Roma negli anni che vanno dal 1974 al 1976, dove compie gli studi e dove collabora assiduamnete con atelier artistici e design, per la realizzazione di "trompe l'oeil", decorazioni varie per american bar e navi da crociera.
L'incontro con diversi galleristi per la diffusione delle sue opere tramite le aste televisive gli hanno permesso di visualizzare i suoi lavori nell'Italia del Nord. Importanti sono le sue partecipazioni alla 53ª e 54ª Biennale di Venezia eventi collaterali.
Dal 1986 ad oggi numerose sono le sue mostre personali in Italia e all'estero. La documentazione fotografica e bibliografica di Diego Valentinuzzi è archiviata presso l'Archivio Biennale di Venezia Palazzo Correr Resina (VE), Museo delle Arti Palazzo Bandera Busto Arsizio (VA), Museo Mjstique Isola di Malta e Museo Revoltella di Trieste.

E-mail: diego.valentinuzzi@alice.it

Le opere di Diego Valentinuzzi creano le ragioni per dare spazio a nuove dimensioni (il sentimento, lo spirito, il mistico, il non visto, l'indecifrabile, il sogno, l'altrove, l'irreale e l'inconscio) dove il corpo femminile è quasi sempre in primo piano, avvolto tra le architetture e i simboli, come un'icona della libertà di vivere e di pensare.
Quelli di Valentinuzzi sono gli universi del giorno e della notte, della leggenda e della realtà, della storia e del sogno. Egli è un poeta, un poeta della visione con il cui lavoro è piacevole convivere, perdendoci attorno ad un segno-sogno.
I titoli delle opere di questo artista ci conducono per mano nel suo mondo:"Tra simbolismo e realtà", tra "trasparenze di storia", "dolci sogni" e "narrazioni oniriche", che ci conducono nel percorso della realtà immaginaria del pensiero, che è un modo di essere artista in cerca dell'assoluto, attraverso la rappresentazione di un mondo visibile, dove l'uomo esprime una tensione spirituale fatta di rivelazioni continue, naturali e soprannaturali, alla ricerca della purezza e alla contemplazione dell'infinito.
L'istinto primario di Valentinuzzi è quello di avventurarsi nello spazio, penetrando con la mente realtà sconosciute, facendo delle visioni e dei sogni strumenti di trasformazione delle materie pittoriche, mezzi privilegiati per costruire un repertorio in cui perdere ogni certezza, ogni misura troppo scontata. L'antico e il contemporaneo, il classico e il moderno, la tradizione e l'avanguardia: tutto ciò che è necessario a nutrire con determinazione l'animo dell'artista entra nel campo delle possibilità e costituisce il territorio in cui il pensiero entra in relazione con un ordine sconosciuto dell'immaginazione.
La posizione di Valentinuzzi è quella dell'ascolto di armoniosi silenzi, dell'attesa di visioni impossibili (vedi "Custodi della libertà", oppure "Le geometrie della vita") dell'osservare il corpo umano come un'architettura di luoghi arcani. Immerso nello spazio che coincide con il tempo della mente, questo artista si muove in direzione dell'incognito (oltre l'immaginario) inebriato dalle possibilità che il linguaggio dell'arte offre al suo desiderio di camminare sulle ali della meraviglia (le ali della libertà) senza altra responsabilità che quella di assimilare suggerimenti, indicazioni e turbamenti in vista del fantastico, sul filo delle cose che sfuggono ad un solo significato.
Anche nel colore si riconosce l'originalità di Valentinuzzi. Non vi è infatti opera che non alluda direttamente al processo di rarefazione della luce che i colori tenui assumono come componente implicita al senso indeterminato dello spazio. E' un modo di trattare il colore per sentire le sonorità dei vuoti alle quali alludono le posizioni dei corpi e i gesti concentrati sul loro desiderio di comunicare. Il senso di pietrificazione che avvolge alcune opere ("Narrazione onirica" o "Drink coca cola") serve a congelare le forme in una dimensione che sembra evocare la fine dei tempi, il sentimento sospeso della solitudine cosmica, lo spazio delle rovine esistenziali. L'arte di Valentinuzzi, come si evince da quello che abbiamno detto finora, ha un legame indissolubile con la fantasia. Senza fantasia non vi è arte, senza arte non c'è pensiero, senza pensiero nemmeno l'uomo esiste.
La pittura di questo artista dice cose dimenticate, fa cose che altri hanno negletto e trascurato per molti motivi, essa rappresenta l'invisibile, l'irrazionale, il paradosso dell'esistenza, il tormento dei contrasti e delle contraddizioni, come in un gioco di specchi, quello che è fuori dallo specchio è dentro la vita e viceversa.
Valentinuzzi, infine, racconta la storia di un ipotetico futuro, la storia dell'uomo dentro una sfera di cristallo e lo fa con una sottigliezza metafisica oltremodo moderna. È proprio questo il suo "surrealismo onirico".

Eraldo Di Vita

OPERE
Cliccare sull'opera per ingrandirla.
Custodi della libertà Drink Coca Cola
Le ali della libertà 2 Le geometrie della vita
Narrazione onirica Oltre l'immaginario
Sweear dream one Sweet dream
Sweet dream two Tra simbolismo e realtà
Trasparenze di storia Ritratto in studio
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