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La ricerca estetica di Simon Vahala

Nato a Praga (Repubblica Ceca) nel 1978, Simon Vahala è già una delle figure più nuove e interessanti del panorama artistico mondiale (ha già esposto in Giappone, Russia, Stati Uniti, Inghilterra. Germania, dove la critica lo ha esaltato come uno dei nuovi profeti della pittura contemporanea.

Web: http://issuu.com/vahala

Formatosi alla scuola di Milan Knizak (che appartiene al Movimento Artistico Internazionale Fluxus) Vahala rigetta la nozione tradizionale e promuove lo sconfinamento dell'atto creativo nel flusso della vita quotidiana, frequentando un'arte che predilige il gesto dell'artista e il godimento visivo.
Egli si rivolge al figurativo in una maniera del tutto personale, come in "Blue face": un volto appena accennato tutto blu, avvolto da un alone rosso, oppure "Hunter": una specie di guerriero medioevale azzurro.
Nelle sue opere Vahala si libera da incombenze ideologiche e lacci intellettuali, ritrovando il piacere della propria esibizione e nel riscoprire la pittura (vedi: "Toilet": una scala che sembra salire in cielo, oppure "Parking Place": due macchie nere su un terreno grigio) egli affonda le sue radici nell'espressionismo tedesco, pur recuperando i mezzi tradizionali della pratica pittorica (Vedi: "Bondage", una figura femminile appena accennata seduta in un ambiente viola), il suo è un nuovo mezzo espressivo e l'artista può sicuramente considerarsi un precursore e un interprete originale della "Nuova figurazione", dove si mischiano ironia e onirismo sulla tela.
Corpi, oggetti, animali, figure e macchie e aloni di colori affiorano dalle sue pitture senza mai dichiararsi. Sono memorie di cose viste, che attraverso il pennello tornano a galla, ma che rimangono sospese tra il ricordo e l'oblio. Quella di questo artista è una ricerca estetica, ma anche e soprattutto un lavoro concettuale, dove la pittura è al servizio delle idee, una riflessione sulla percezione dell'immagine, che si sviluppa sul supporto in un'incessante indagine sulle capacità evocative del colore.
Spesso le figure abbandonano ogni riferimento alla realtà per divenire astratte, forme evanescenti, che non sono più vedute dal mondo misurabile, ma visioni di un universo sensibile interiore.
Vahala è autore e attore di una personale creazione poetica e non stabilendo il confine tra la pittura astratta e quella concreta, ci lascia sospesi nel Limbo della riflessione (Vedi: "Habibi 2", forse il Cristo che porta la sua croce sul Golgota, oppure "Black Palm", semplicemente l'ombra di una palma nera, o addirittura "Mortar", con le sembianze di un carro armato. I temi di Simon Vahala: mitologici e sociali, dove le luci notturne e le ombre affollano il suo immaginario, vengono tradotti in un linguaggio sempre nuovo, ma allo stesso tempo riconoscibili, in cui ancora una volta si diluisce la sembianza dell'artista, tacito cantore nel divenire del mondo.

Eraldo Di Vita

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Opere
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Black palm Blue face
Bondage Element 1
Habibi 1 Habibi 2
Hunter Mask
Mortar Parking place
Preparing Toilet
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