L'Arte Esoterica di Marco Urru
Marco Urru è nato ad Oristano nel 1974, ha frequentato i primi due anni di Liceo Artistico e, influenzato dalla vicinanza di un amico pittore, ha sentito immediatamente il bisogno di dipingere, attratto anche dalla cultura esoterica orientale, attraverso un processo di astrazione originale e usando in modo personale il collage, lo stucco, il legno e tutti quei materiali che fanno delle sue opere delle "icone" riconoscibili e riconducibili al suo personale modo di fare arte.In questi ultimi cinque anni l'artista ha dipinto in silenzio, alla ricerca di una sua personalità, che è uscita allo scoperto solo in questi ultimi tempi.
Marco Urru è un giovane pittore che avrebbe potuto nascere, invece che in Sardegna, in Oriente (forse lo ha fatto nella sua vita precedente).
La sua pittura simbolista (cerchi come il Sol di Levante, quadrati, stelle, maschere in rilievo e geroglifici) esprime, come lui afferma, "le diverse sfaccettature della vita", le più misteriose e spesso inspiegabili, esoteriche.
L'artista rifiuta l'astrazione assoluta, cercando di ridefinire la realtà a modo suo, inoltrandosi nella parte più misteriosa del nostro "essere".
Si tratta di una ricerca nell'interno (dal greco "esoterikos") del proprio "io", che spesso è più misterioso a noi stessi che agli altri; un segreto mistero inaccessibile ad ogni conoscenza umana.
Le opere di questo artista, infatti, appaiono misteriose, debordanti e affascinanti, di impronta gnostica, come nel periodo delle origini, dei sistemi simbolici delle culture antiche, nelle quali si presume di riconoscere il patrimonio cifrato di una sapienza mitologica e ormai perduta.
I riferimenti artistici di Marco Urru sono fondamentalmente esoterici, come il linguaggio degli stilnovisti e di Dante, spesso fatto di metafore e di riferimenti del passato; come nella scultura e nell'architettura delle cattedrali medioevali e nei testi relativi alla leggenda del Santo Graal e più avanti nei testi di Victor Ugo e nelle poesie di Rimbaud.
Tutti questi autori , ai quali Urru si riferisce, riconobbero nel valore di qualsiasi operazione artistica l'istituzione di rapporti appropriati con un segreto e con il segreto, e per molti di essi si può anche parlare di occultismo.
L'apprezzamento critico e scientifico di queste forme linguistiche e artistiche si avvale, nel Ventesimo Secolo, degli apporti della psicanalisi di Jung, dell'antropologia culturale e della scienza della mitologia. In definitiva Marco Urru unisce in modo moderno e personale, la scrittura e la figurazione alla forma astratta, dove le emozioni hanno il sopravvento sui dettagli perennemente misteriosi.
La bellezza e la poesia di questi semplici punti di incontro è una delle caratteristiche dell'artisticità di questo pittore che, superando ogni contraddizione, sembra avere il sentimento e il cuore astratti e la ragione figurativa.
Le opere di Urru riflettono una tensione spirituale di stampo orientale, da società multiraziale, da cultura universale della comunicazione (non più est contro ovest, bianco contro nero).
La sua è, senza dubbio, una pittura carica di mistero e di magia, interessata al metafisico e all'aspetto emotivo della rappresentazione destinata a provocare uno shock nell'osservatore.
Marco Urru affronta la dialettica astratto-figurativo, formale-informale, cercando di conciliare gli estremi antagonisti, evidenziando l'emozione e la trascendenza, nel senso di "oltrepassare" ed elevarsi al di sopra. In altre parole l'artista si interessa più dell'aspetto psicologico ed emotivo che di quello formale.
La realtà e la forza linguistica delle opere di Marco Urru sono quelle di tentare di rappresentare i misteri e l'interiorità dell'individuo, perché il sentimento si può misurare soltanto con le emozioni dei sensi (nel nostro caso la vista).
Eraldo Di Vita
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