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PINO GRIONI
Dalla realtà virtuale all'astrazione figurativa

Seguo l'attività artistica di Pino Grioni da oltre trentacinque anni, prima ancora che ad Albissola frequentasse le avanguardie storiche con Lam, Fontana, Agenore Fabbri e gli altri. Allora sperimentava i materiali e le nuove tecniche di pittura, ceramica e scultura.
Col passare degli anni la professionalità di questo artista si è evoluta in silenzio, come la sua personalità di uomo, fino a diventare parte integrante della storia dell'arte del '900, dopo lunghi e attenti studi, viaggi e mostre in tutto il mondo. Di tutto questo esiste un'ampia documentazione.
Recentemente ho visitato il suo studio-galleria di via Menotti in Milano e ho potuto constatare il cammino artistico di questo Maestro, sia nella pittura che nella scultura, della quale si è sempre parlato poco.
Grioni ha una visione tutta particolare della scultura, che riduce ai minimi termini gli elementi plastici, con forme ora rotonde, ora spezzate e aguzze, che infilzano lo spazio con i loro ritmi e accentuano in direzione astratta i prolungamenti della figura, nella quale vibra il soffio della spiritualità, della religiosità interiore, come appunto l'animo del Grioni uomo.
La ultra quarantennale attività pittorica di Grioni artista è passata attraverso una miriade di esperienze ormai storicizzate dai suoi "critici" più attenti, dalle sue esposizioni in tutto il mondo, dai suoi numerosi viaggi-studio in Medio Oriente, Africa e America Latina. Molti dei suoi quadri raccontano queste storie.
Di Pino Grioni artista è stato detto tutto e di più, tanto da avvicinarlo alla metafisica di De Chirico, a Campigli o Tozzi, ma quello sul quale non si è insistito, senza tema di smentita, è la sua personalissima maniera di fare arte, della sua evoluzione intellettuale, della sempre più grande essenzialità della sua "figurazione geometrica", tanto da rasentare la "nuova astrazione", della sua essenzializzazione del dinamismo pittorico.
Pino Grioni tende, sia nella pittura che nella scultura, all'annullamento delle parti inutili, dello spazio vuoto, della linea indeterminata, del colore senza importanza, perchè lo spettatore in un suo quadro non deve cercare la realtà visiva già conosciuta ma il contenuto nuovo del complesso costruito, dove la costruzione spaziale-cromatica fissa finalmente il senso di questa nuova comprensione plastica.
Grioni insiste sulla "sintesi": sintesi di una interpretazione psicologica, sintesi della luce, sintesi della sensualità, della vita come valore assoluto della "pittura spirituale". L'arte di Pino Grioni spalanca nuovi orizzonti estetici attraverso cui si può operare in tutti i campi (vedi le sue grandi opere, come la Via Crucis nella chiesa di S.Nicolao de la Flue in Milano o per il Santuario di Nairobi in Kenia).
Quello che mi ha impressionato di più nella pittura di Pino Grioni sono le sue "esperienze geometriche" fatte anche venti anni fa e che sono sempre più moderne: la geometria con le sue leggi inflessibili e infinite, che esclude ogni arbitrario sconfinamento della fantasia creativa ed è il comune denominatore di tutte le civiltà moderne. Quei quadri, giù nel suo studio, quelle lineee precise, quei ritmi armoniosi, fra i quali la figura è appena accennata, mi hanno subito affascinato, anche perchè eseguiti venti anni fa.
Oggi posso tranquillamente affermare che Pino Grioni non è certamente un pittore figurativo nel senso accademico della parola, anche se della figura si avvale come pretesto alle sue evoluzioni stilistiche e delle figure coglie solo l'aspetto interiore, quello dell'anima.
C'è chi griderà allo scandalo, ma Grioni è un pittore atratto, se l'astrazione contemporanea, o ridefinita, si propone di investigare regioni del territorio estetico fino ad ora inesplorate. Pino Grioni ha rotto con la passata enfasi sulla figurazione utilizzando la stilizzazione e il gesto per reinventare il piano pittorico.
Io credo che l'astrazione di Grioni non sia motivata dalla ribellione contro una questione pittorica, ma faccia parte della corrente principale, avanguardistica, nella quale non esiste più distinzione tra astrazione e figurazione e dove c'è continuità fra l'informale e il formale.
Vorrei definire il lavoro di Pino Grioni nè astratto nè figurativo, nè surreale nè reale, ma alla ricerca di una nuova via. Questo, forse, è il suo obiettivo virtuale: un quadro che deve ancora scaturire da personali priorità interiori.
Forse Pino Grioni può definirsi l'artista più virtuale di tutta la tecnologica realtà virtuale.

Eraldo Di Vita  
OPERE
Cliccare sull'opera per ingrandirla.
Maternità
1985
Carnevale veneziano
1987
Il Duomo
1977
Esplosione
1983
Stagioni
1983
Immagini egizie
1980
Carnevale
1977
Tranquillità
1975
Piatto
1978
Composizione
1978
Dal balcone
1975
Totem blu
1987
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