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La Danza dei Colori di Christian Coviello Coviello

Mi chiamo Christian Coviello, ho 35 anni, sono nato a Bressanone (BZ) e sono un artista autodidatta. Ho scoperto la pittura 15 anni fa, un pomeriggio, per caso, presi una tela lasciata fuori da un negozio e per fare qualcosa di diverso nacque il mio primo lavoro: un quadro impetuoso, istintivo, carico di emotività, descritto da forti pennellate che spazzavano il vortice di colori come nero, rosso e bianco, facendo assumere un senso a tutta l'opera. Fu una vera sorpresa, ancor di più quando poche settimane dopo partecipai ad una mostra di artisti di strada ed un collezionista volle acquistarlo. Il quotidiano locale mi dedicò un articolo che descriveva la mia opera intitolata "la mia vita", perché rappresentava a perfezione il turbine di rabbia, ribellione ma anche disperazione in cui vivevo allora. Il mio primo obiettivo è quello di emozionare. Ogni volta che mi trovo davanti ad una tela non so esattamente cosa succederà, vengo letteralmente comandato dal colore, lo seguo e trovo la strada per raccontare una storia, colore che lavoro in tutti i modi, col pennello e anche con le mani. Nel corso degli anni, osservando l'evoluzione dei miei lavori, si può notare come in qualche modo sia riuscito a domare questo impulso, per poter unire l'istinto alla razionalità che garantisce lavori più puliti, armoniosi, pur mantenendo la carica emotiva. Le emozioni da cui attingo sono legate sicuramente alla mia infanzia, divisa tra i forti colori del nord, dove sono nato e i colori caldi del sud da dove provengono le mie origini, oltre la strada che ho vissuto intensamente. Sono una persona fortemente emotiva e la pittura mi serve anche per alleggerire il mio complesso e colorato mondo interiore. L'altra mia passione è la musica, ma con gli strumenti non ho lo stesso feeling che ho con il pennello. Ho amato molto Cobain che più mi rappresenta per la rabbia che esprimeva. Oggi sono diventato più pacato e riflessivo, ho moglie, due figli e collaboro con l'Associazione Montevarchi Arte da qualche mese, essendomi trasferito in Toscana.

Christian Coviello

Se fosse nato negli USA Christian Coviello sarebbe stato oggi uno dei più grandi rappresentanti del graffitismo e dell'espressionismo astratto, insieme a Basquiat e Haring, passando per Pollock e Tobey, senza dimenticare Picasso e gli italiani Vedova e Tancredi, tutti artisti dai quali Coviello ha imparato qualcosa, pur mantenendo una sua forte individualità.
Il suo è uno stile di pittura nervoso, energico, emotivo, quasi feroce, sia quando si dedica all'action painting, sia all'arte calligrafica, o quando tocca punte di futurismo nei suoi mobili edifici e campanili, che sembrano vibrare al vento di maestrale.
Quando riesce ad entrare "dentro" il suo quadro Coviello non è pienamente consapevole di quello che sta facendo, come guidato da una mano misteriosa e incontrollabile e solo dopo un momento di "presa di coscienza" si rende conto di quello che sta realizzando, senza paura di fare cambiamenti all'ultimo momento, perché il dipinto vive di vita propria, in quel vortice di colore che lo avvolgono completamente.
E' certo che mentre dipinge Coviello è come in estasi allo scorrere del colore, deve muoversi attorno alla tela spruzzando, spatolando, spandendo con le mani e non si ferma finchè non vede nascere l'opera che voleva generare, come in un "parto naturale", dove il dolore e l'introspezione si trasformano in gioia indescrivibile, enfatizzata dall'atto fisico e mentale.
Sembra che le immagini di Christian Coviello nascano direttamente dal suo inconscio, "dal mondo degli spiriti" dei pittori primitivi.
Quella di questo artista è una pittura di azione intrisa di espressionismo astratto, creata con gesti spontanei e i suoi lavori non nascono certo come "arte studiata", ma si affidano anche al caso, con impulsività e istintività.
Coviello deve conoscere bene "L'interpretazione dei sogni" di Freud, la psicanalisi e il primitivismo, l'inconscio-subconscio e le sue opere nascono probabilmente dai recessi più profondi della sua mente e si interpretano come una vera e propria ricerca della purificazione delle forme.
Per amare le opere di questo personale artista bisogna essere in sintonia con i suoi sentimenti, col suo carattere dalla spiccata emotività, occorre poter emozionarsi davanti ad una danza di colori.

Eraldo Di Vita

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