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Toni Zarpellon

Toni Zarpellon è nato a Bassano del Grappa nel 1942, ha frequentato la Scuola d'Arte di Nove e l'Accademia di Belle Arti di Venezia.
Espone dal 1965 in numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero presso spazi pubblici, privati e anche inventati.
Nell'Autunno del 1989 inizia gli interventi nelle "Cave di Rubbio" già visitate da decine di migliaia di persone.
All'intensa attività pittorica e disegnativa ha sempre accompagnato l'esecuzione di "oggetti plastici" con vari materiali. L'asprezza del "segno" nasce da uno stato di tensione permanente con funzione di scavo per aprire nuove brecce nell'oscurità della mente.
Parte del suo lavoro è documentato presso l'Archivio Storico A.S.A.C. della Biennale di Venezia.

Il nudo "interiore" di Toni Zarpellon

Nudo, sesso, erotismo sono ancora i soggetti più rappresentati nell'arte figurativa del nostro Secolo Virtuale.
Tutti i pittori dell'arte reale mondiale si sono cimentati col nudo di donna, come del resto gli autori di moda, pubblicità, fotografia, cinema e letteratura.
Ognuno lo ha fatto a modo suo, dalla tensione espressiva dei nudi di Klimt e Schiele, ai nudi floridi di Renoir, alle donne al bagno di Degas, alle prostitute di Lautrec , fino ai disegni pornografici di Picasso.
Toni Zarpellon è un'artista più cerebrale che estetico, sarebbe sufficiente andare a vedere il suo lavoro nelle "Crocifissioni delle macchine" (1965), "Larve umane", "Spazio mentale" (1978), "Testa esplosa" (1981) e i grandi interventi nelle Cave di Rubbio(1990-92) che riassumono anni di lavoro precedenti in una sintesi plastico-pittorica nello spazio ambientale della natura, visitato nel tempo da migliaia di pesone, comprese le comitive e le scolaresche.
I nudi di Toni Zarpellon hanno un aspetto e uno scopo del tutto diverso e molto personale, essi rappresentano la verità carnale, anche imperfetta e dannatamente mortale, non provocano nè disagio nè imbarazzo, non sono indice nè di perversione o nevrosi, non ingannano nè i sensi nè la verità, non sono irraggiungibili come il modernismo vorrebbe rappresentarli.
Il nudo di donna di Zarpellon non è un'icona che non può e non deve essere toccata, ma una figura di femmina il cui carattere erotico si manifesta a livello più profondo e psicologico, dal momento che l'erostismo è proprio un aspetto psicologico legato alla sessualità.
Dei suoi nudi l'artista dice: "Si potrà notare svelata la "verità" della donna, "verità" che dovrebbe abitare nel cervello dell'uomo, oggi abitato dalla "macchina", con tutte le conseguenze drammatiche che conosciamo: schizzofrenia, drepressione, fuga dalla realtà e assenza di progetti costruttivi. La donna che dovrebbe occupare costantemente il pensiero dell'uomo, per rispettarla, amarla, esaltarla, innalzarla a rango di musa ispiratrice".
I nudi di questo artista non sono robottizzati e perfetti nello spazio virtuale dove la carne diventa un simulacro irraggiungibile, ma rappresentano invece materia e "vita reale" di una donna attraverso la quale si accede ad una comprensione più profonda della natura umana, una natura permeata di vitalità espressa al livello più semplice di verità estetica, dal momento che non tutte le donne (anzi poche) sono modelle o veline.
I nudi di Zarpellon stimolano fantasie ed erotismi "domestici", dove la donna nuda non è trattata come un bell'oggetto, ma che mostra tutti i suoi difetti esteriori, per esaltare quelli di compagna, di casalinga, di sorella e di lavoratrice. Essi non scandalizzano nessuno, la loro tensione e l'asprezza che spesso mostrano è lo stato d'animo dell'artista che li esegue sempre alla ricerca dell'interiorità; nudi come possibile presa di coscienza della propria identità, nel tentativo di svelarne i misteri dei sentimenti, spesso a discapito dell'estetica, che nel nostro caso diventa il pregio maggiore.

Eraldo Di Vita

OPERE
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Nudo che dorme Nudo che scruta...
Nudo disteso 4 Nudo disteso 5
Nudo disteso 6 Nudo disteso 7
Nudo seduto 6 Nudo seduto sul letto
Nudo disteso 2 Nudo disteso 3
Nudo disteso Nudo seduto
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