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Il Neofigurativismo di Clelia Vettrici

Clelia Vettrici nasce in Argentina e arriva in Italia all'età di quattordici anni. Incomincia a dipingere molto presto riferendosi alle sue esperienze ed ai numerosi viaggi per il momdo.
Ha partecipato a svariate mostre personali e collettive, in Italia e all'estero, ha conseguito premi e riconoscimenti e le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private.

Il modo di lavorare di Clelia Vettrici è quello del neofigurativismo (movimento contro l'estetica istituzionale e il formalismo) e della pittura materica, un sistema sprizzante energie insolite.
Le sue superfici dipinte hanno lo spessore del bassorilievo, il colore è denso e grumoso e crea fisiche suggestioni materiche e chiaroscurali.
Le immagini della Vettrici sono dinamiche architetture, ora astratte ora umane, sempre arricchite da elementi scultorei estranei, come orecchini, collane e ninnoli vari.
Questa artista, attraverso l'arte, ci restituisce ogni sua esperienza umana, sia quella vissuta fino a 14 anni in Argentina, sia con i suoi numerosi viaggi per il mondo.
Il suo linguaggio artistico è eclettico, lei sperimenta ogni angolo del'arte, da quella materica e concettuale, all'astrattismo, approdando verso un proprio stile, una propria realtà espressiva.
Soprattutto i "Volti" hanno una connotazione del tutto personale, dove il neofigurativismo si esalta in morfologie fantastiche e visionarie.
Un tempo avevo paragonato i suoi volti ai "dessins a boire" di Amedeo Modigliani, quelli che il pittore livornese tracciava su di un taccuino in giro per Montmartre ad elemosinare un bicchiere di alcool in cambio di un disegno.
Allora quei disegni sembravano scombinati e morfologicamente imprecisi e si è capito molto più tardi la bellezza e l'importanza di quelle improvvisazioni.
Clelia Vettrici, nel tracciare i suoi "volti" non si cura delle anatomie, guidata com'è dal sentimento e da quello che prova in quel momento, mentre dipinge. Quei "volti" potrebbero sembrare delle caricature, allo sprovveduto visitatore, ma non è così perchè l'importanza di queste figure sta nell'introspezione delle emozioni della pittrice che li crea. Quei volti sono tante Clelia Vettrici, nei suoi particolari momenti di donna e di artista.

Eraldo Di Vita

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