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L'Originario poetico di Carlo Tosin

Carlo Tosin è nato a Thiene (Vicenza) nel 1965 e ha conseguito il diploma all’Istituto Statale d’Arte di Nove (Vicenza).
Come rileva Barbara Tamperi in una sua intervista, questo artista è un ricercatore eclettico nel campo della creatività, che conosce bene la storia dell'arte e i movimenti artistici degli anni Sessanta che hanno influenzato il suo lavoro (lo spazialismo, la minimal art e in particolare l'arte povera).
La sua ricerca essenziale è stata quella per uscire dalla superficie piatta della tela verrso un'immagine spaziale quasi scultorea, giocata con delle parti in bassorilievo in cui traspare una connotazione di forte espressività e spiriutualità.
Numerosi premi e riconoscimenti hanno già fissato la sia carriera artistica, come il fatto di essere stato selezionato dal Museo di Sharja negli Emirati Arabi e l'esposizione a Dusseldorf curata dalla Università di Stoccarda.

"L'astrattismo poetico" di Carlo Tosin è visibile ad occhio nudo nelle sue opere e viene colto fra le pieghe delle lacerazioni, emersioni, compressioni, tensioni, linee curve, la complessità delle tragedie contenute nelle avversità della nostra esistenza che viene trasportata sulla tela.
"L'originario poetico" che si legge nei lavori di Tosin costituisce il baricentro della sua arte astratta e diventa il termine principale di riferimento della sua dialettica artistica.
Questo ricercatore tenta costantemente di individuare prima e raffigurare poi, con le sue opere, la poesia della vita (nel bene e nel male) cioè l'evento contenuto nell'originario poetico e che lui ha volto in due direzioni: quella della primitivitè (arte povera) e quella dell'espressione grafica di cui è maestro senza ombra di dubbio, attraverso l'analisi di espedienti segnici, del senso che essi danno allo spazio e del modo di misurarlo e riempirlo, del modo di concepire il vuoto e il pieno, del modo di sondare l'interiorità, l'uso consapevole del linguaggio gestuale, del concetto per il quale il mondo artistico costituisce e rappresenta un luogo puro e poetico.
Nella ricerca dell’originario poetico, che dovrebbe costituire il contenuto dell'opera d'arte, Carlo Tosin passa attraverso varie esperienze per arrivare al recupero del "gesto totale", un gesto musicale, anche se la pittura non può essere trasformata in suono e viceversa, e il pittore usa il colore per darle voce.
Così Tosin vagheggia il ritorno all'essenzialità, alla primitività, all'archetipo e all'originario quali dimensioni ideali da vivere e quindi da proporre a modelli di vita per poterle infine recuperare prima che l'uomo, nel suo cammino verso il raggiungimento di non si sa quale meta, smarrisca il senso primigenio del suo "essere uomo", senso cercato anche da Kandinskij, quando afferma che se un artista usa mezzi "astratti" non significa che sia un artista "astratto"e si addice anche a Carlo Tosin che, come pittore, è più concreto di ogni altro figurativo.
Nella sua opera si intuiscono lo stimolo e la tensione della creatività, per sforzarsi a rendere visibili le sensazioni, le emozioni che l'artista prova nell'atto di creare.
Nell'opera di Carlo Tosin lo spazio diventa un "sistema funzionale" strutturato in volumi, superfici, distanze e segmenti estetici.
L'opera di questo artista si presenta in fondo come il racconto di una favola antica quanto il mondo, i cui personaggi principali, la materia e l'antimateria, ovvero il bene e il male, si combattono senza posa , ma la coerenza dell’artista le fronteggia senza difficoltà.
Dal 1986 al 2004 Tosin studia, attraverso la sua pittura, le "densità spaziali" e i "Totem", fino alle "Contaminazioni" del 2005.
Le dodici opere che presentiamo in questa mostra personale sono un po’ il riassunto di gran parte del suo cammino artistico.


Eraldo Di Vita  
OPERE
Cliccare sull'opera per ingrandirla.
Contaminazioni n. 2 Totem n. 1
Totem n. 3 Contaminazioni n. 3
Totem n. 7 Contaminazioni n. 4
Totem n. 4 Contaminazioni n. 5
Totem n. 2 Interazioni
Senza titolo 1 Senza titolo 2
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