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"Il Valore del Caso" o l'Astrattismo Lirico di Sauro Tinelli

Sauro Tinelli è nato a Milano e dal 1997 vive e lavora a Pescia, una cittadina toscana in provincia di Pistoia.
Dopo gli studi accademici si specializza nel settore del restauro studiando a Cremona e presso la scuola di Botticino (Brescia). Negli anni successivi frequenta l'atelier di arti applicate di Dobbé (Avignone), conosce e frequenta l'artista Michele Canzoneri e l'architetto Rossella Leone con i quali collabora.
Realizza pannelli artistici per il Teatro di Settimo Torinese e per la stagione estiva del Teatro di Piazza di Mestre.
Negli anni Ottanta e Novanta partecipa ad interventi di restauro molto importanti quali Certosa di Padula (Salerno) e Duomo di Cefalù (Palermo), altari legnei in Barga (Lucca), Duomo di Nizza ed opere architettoniche in provincia di Milano e Como.

E-mail: saurotin.art@alice.it

Le sue opere sono difficili, impegnative, come le sue argomentazioni.
Sauro Tinelli non è un personaggio facile, ma una volta entrati nel suo spirito scapestrato e irriverente al sistema ci accorgiamo di avere davanti un uomo poliedrico: pittore, scultore, restauratore, poeta, fotografo e cineasta, nonchè amante della buona musica.
Non è facile star dietro ad un personaggio come Sauro Tinelli, che nonostante la sua giovane età sembra aver vissuto a cavallo di tre secoli e l'apparente disordine delle sue idee rispecchiano fedelmente il caos della stanza in quel di Pescia dove vive e lavora, dove le carte dipinte (peraltro bellissime) si accavallano le une sulle altre sul pavimento, forate da un piede maldestro e strappate agli angoli, ma proprio per questo già vissute prima di uscire allo scoperto.
"Le opere d'arte non sono eterne, devono vivere quel tanto che basta per soddisfare la curiosità e il sentimento di chi le ha volute per primo- dice l'artista- L'opera d'arte nasce, vive e muore, come ogni cosa mutevole e come l'essere si trasforma nel tempo e nello spazio. Questo riguarda un concetto personale dell'opera d'arte, forse, solo come espressione di un'idea. È "l'idea dell'arte!".
Mentre nelle grandi opere Tinelli mette tutta la sua energia fisica, con l'esuberanza della sua artisticità, nei piccoli lavori che presentiamo l'artista si ritrova a dipingere con l'anima e da essi scaturisce tutta la sua interiorità di poeta, di "intellettuale maledetto".
In questi lavori l'artista mette tutta la sua parte femminile, fatta di leggerezza, solarità e perfino ottimismo, usa di più i colori della sua avara tavolozza, anche se essi sono tenui, evanecenti e trasparenti.
E' l'astrattismo lirico di Klee, in contrapposizione alle grandi carte dove l'artista sfoga tutta la sua arrabbiata violenza e dove si riconosce maggiormente.
Direi che questi piccoli lavori apparetengono di più alla poesia di Tinelli, ai momenti di calma interiore che pur ci devono essere anche se l'animo dell'artista brucia del fuoco della "ribellione", alimentato dall'ignoranza e dalla malafede di coloro che restano eternamente ancorati alle idee del passato remoto.
L'astrazione lirica di Tinelli è una'arte rivoluzionaria e riflette una grande tensione spirituale che egli sfoga nei lavori di più grande spazio, che sembrano fatti più con la spada che col pennello. Tinelli, nei lavori che presentiamo in questa mostra, separa la razionalità da una più ampia sfera di processi mentali, esaltando le emozioni che fanno parte delle sue esperienze contemporanee, mantenendo all'interno di ogni opera la componente emotiva, più che quella razionale.
Queste opere, socialmente emotive, possiedono più il rigore dell'emozione che quello della ragione. In esse, testi poetici o titoli fantastici ed enigmatici, entrano nella composizione dell'opera a dialogare direttamente con l'immagine. Segno e colore denunciano entrambi l'angoscia dell'esistenza con una tensione emotiva razionalmente sintetica, esprimendo a volte crudeltà per mezzo della bellezza.
Queste immagini vogliono essere la sintesi dei fenomeni emozionali, tendono a produrre uno shock nell'osservatore, spingendolo a prendere atto della stranezza di ciò che sembra consueto.
Tinelli vuole convincere il suo interlocutore della realtà, se non addirittura familiarità di un mondo interamente inventato, sintetico e personale.
All'interno della poetica pittorica di Sauro Tinelli convivono realtà diverse, anche contraddittorie; echeggiano esperienze che, nel porsi in relazione alla società attuale e alla sue acquisizioni tecnologiche, di essa delineano l'identità. Tinelli è concorde nel fatto che, pur affrontando scientificamente la dialettica formale- informale, astrazioine-figurazione, l'emozione offre la possibilità di vedere in essa il bello, sia in ambito di pura trascendenza, sia in ambito psicologico oggettivo.
Ciò che coinvolge Tinelli non è solo l'idea di bellezza, ma anche il suo significato e il suo lavoro in queste piccole opere è basato sul sublime, mentre nei grandi spazi l'artista raggiunte l'austera serietà e l'intensità emotiva trascendentale.
L'arte di Sauro Tinelli, espressione di un'epoca che assiste alla fine della storia, alla fine delle piccole e delle grandi narrazioni, ha fatto del "frammento" ora il tutto, ora l'esoressione di una relazione tra le parti, ponendo il sentimento al primo posto, all'apice di ogni esoperienza umana. L'opera di Sauro Tinelli, tesa e iperstimolante, esprime il bisogno dell'artista di comunicare e di istituire relazioni, come nelle tavole dipinte (totem-obelischi), strutture che si collocano tra la pittura, scultura e architettura, luoghi geometrici che si intrecciano con la forma irregolare della natura, al fine di individuare un territorio comune dove possa avvenire uno scambio tra dimensioni diverse.
"Per quanto riguarda il "Valore del Caso"-conclude l'artista- si riduce al semplice significato letterario, cioè il "Caso come casualità" degli eventi . Il caso è una componente essenziale della nostra esistenza per cui anche della creatività fa parte. Il mio teorema sarebbe: "Caos-Caso-Cosmo", dove il caso, in questo processo, ha una peculiare considerazione, avendo una partecipazione fondamentale nello stesso. Concludendo, considero proprio, nell'azione creativa di un artista sperimentale, il "caso" come necessario".
Sauro Tinelli, con i lavori che presentiamo (e tutti gli altri) rompe il modernismo, uscendo dall'univocità del punto di vista e conduce il suo lavoro sul terreno della molteplicità.


Eraldo Di Vita  
OPERE
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