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SERGIO SANSEVRINO
Manoscritti... e i suoi sviluppi
L'esercizio della libertà

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La pittura è il campo artistico in cui Sergio Sansevrino si muove ormai da vari anni con tenace perseveranza. Ma non va dimenticata la sua passione per altri media negli ambiti verbale, teatrale e musicale, la cui influenza si avverte nella sua espressione visuale.
Manoscritto è il titolo del suo ultimo ciclo di dipinti, una sequenza di olii su tela di juta generati dalla graduale stratificazione del segno e della materia, alla ricerca di un non forzato dialogo con lo spazio. A prima vista il processo creativo può apparire immediato, frutto di un’azione di getto, ma in realtà si tratta di opere realizzate con pazienza e ponderazione. E se gli esiti sono fortemente materici, l’ispirazione è poetica e del tutto immateriale, come dimostra Manoscritto 0, l’opera che è all’origine della serie. Qui Sansevrino è partito da un bianco pieno e ne ha stemperato gradatamente la stesura, approdando a una sorta di azzeramento. Così facendo, si è inoltrato in un percorso di analisi degli elementi del fare pittura, mantenendo l’utilizzo esplicito della juta e non rinunciando all’inquadratura, un tempo marcata e ora sempre più implicita nel campo del dipinto.
Questo linguaggio fondato sulla ripetizione del gesto e sulla risonanza del segno, risultato di un lavoro costante con la pittura, giorno dopo giorno, registra le microvariazioni emotive dell’autore e le traduce in ritmi compositivi. E’ una sorta di scrittura con l’olio, nei cui segni "decadenti" si riflettono inevitabilmente i fatti della cronaca e dell’attualità. Zone "incrostate" si alternano a un tratto sottile e continuo, poi a un segno spezzato e corrosivo e infine a macchie potenti e pastose. Ocra, azzurro, rosso, nero e bianco, più raramente il viola, sono i colori ai quali l’artista è da tempo legato e a cui ora si aggiunge un nuovo tono di arancio.
Sansevrino riprende quindi la direzione materica, che si era manifestata già negli anni Novanta con le ovatte, in cui emerge il suo atteggiamento sincretico verso le tendenze avanguardistiche del secondo dopoguerra, da quelle "informali" a quelle oggettuali fino a quelle concettuali dell’astrazione radicale. Un coinvolgimento totale nella pittura, che riesce a conciliare la scrittura intimista e meditativa di Twombly e il gesto romantico e vertiginoso della pittura d’azione, il primitivismo selvaggio dell'Art Brut e la manipolazione della materia di Dubuffet o di Tapies, la riflessione sulla pittura mediata da Matisse e gli interessi analitici della "nuova pittura".
L’approdo attuale è un inno alla materia in cui l'olio si sporca, viene mescolato con sabbia e piccoli sassi e crea suggestivi spessori plastici, annunciando nuove possibili prospettive di indagine. Ancora pensato come un manoscritto, il primo esemplare di questa ricerca Intitolato fonde i segni a carboncino e a matita bianca con strati di olio, più o meno diluito, e con segni incisi o soltanto graffiati, sempre obbedendo a una composizione rigorosa. E intanto si profila l’utilizzo di stoffe, della tela garzata e perfino di ritagli dai quotidiani, ulteriore richiamo al manoscritto e al linguaggio.
L’esercizio quotidiano e una sperimentazione paradossalmente metodica spingono Sansevrino, periodicamente, a spostarsi sulla carta. Qui si allenta la tensione materica ma si accentua la libertà espressiva. L’artista sembra raccogliere l’appello all’istinto e al libero automatismo di Breton e, condividendo gli insegnamenti dell’amico e maestro Sergio Dangelo, adotta volentieri un registro ironico e giocoso.

Sara Fontana  
OPERE
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Manoscritto 0 Manoscritto 1
Manoscritto 2 Manoscritto 3
Manoscritto 4 Manoscritto 5
Manoscritto 6 Manoscritto 7
Manoscritto 8 d'ars I Manoscritto 9 d'ars II
Intitolato I Intitolato II
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