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ROSELLA QUINTINI
Il linguaggio delle forme

La condizione artistica femminile è ancora oggi un problema . Il predominio maschile riesce ad imporsi, talvolta come un fatto storico, ma è continuamente smentito dalla realtà.
E' sufficiente soffermarsi a riflettere sull'arte astratta di Bice Lazzari, Carla Badiali, Carla Accardi, per fare qualche esempio, e non ultima su Rosella Quintini, per la freschezza e l'originalità delle immagini che si riscontrano da qualche anno nelle sue opere astratte, che risolvono nuovi problemi estetici di chiarezza, ordine, equilibrio, di liberazione dalla realtà di tutti i giorni. Si può tranquillamente dire che l'astrattismo della Quintini è la realtà schiumata di tutti gli orpelli accademici della pittura.
Conobbi Rosella Quintini quando parlai per la prima volta della sua affascinante "scrittura-immagine". Si trattava di "testi", di racconti, di storie, di appunti sul taccuino della vita, che si svolgevano e si organizzavano attraverso il segno, dove le illustrazioni e la scrittura si intersecavano tra loro a formare una ragnatela di riflessioni poetiche ed istintive. Erano "Il genio di Leonardo", "La vita nella foresta", "La lettera", scie luminose come meteore, gesti simbolici che evocavano nuovi stimoli di lettura, intima e meditativa.
Rosella Quintini ha attraversato un periodo cruciale della sua avventura artistica e culturale. I suoi graduali passaggi dalla figurazione surreale all'astrattismo e all'informale non sono avvenuti a caso. E' sufficiente leggere i titoli di alcune delle sue opere di qualche tempo fa per rendersi conto della sua maturirà artistica: "Il tempo che incalza", "Futuribile", "Incontro ad Oriente", "La macchina del tempo", "Sogni dimenticati". Queste opere ci dimostrano che l'arte si può ripetere all'infinito, ma mai due volte nella stessa maniera.
L'atto artistico, per la Quintini, è diventato ancora più struggente, più inquietante, più pregno di attese, di viaggi nel passato e nel futuro, sì da diventare una pittura musicale, una musica che scaturisce dal profondo dell'anima.
Tutto ciò è avvenuto per interna necessità dell'artista, da uno sviluppo consequenziale della sua pittura, animata dal sentimento dello spazio, emozionale anche nei colori, dove la grafìa evoca forme appena immaginate, fughe misteriose, folate di vento che si intersecano sulla tela, emozioni di intensa espressività e di essenziale poesia pittorica.
E' doveroso insistere sul fatto che per una donna artista sembra ancora oggi problematico dimostrare le proprie capacità davanti ad un giudice che è quasi sempre uomo. Ecco, allora, che per l'artista donna le difficoltà si moltiplicano fino a diventare dubbi.
La critica dovrebbe essere meno distratta, stare più attenta a quello che le accade intorno. Rosella Quintini, con la tenacia del vero artista, sembra aver superato questa realtà, per dedicarsi interamente alla sua immaginazione e creatività. Non si deve mai dimenticare che pittori si diventa, ma artisti si nasce e che un artista è senza sesso, come gli angeli...
Finalmente le immagini che appaiono nelle opere di Rosella Quintini sono concepite come segni materiali della libertà di pensiero: una pittura che si appella alla sensibilità, alle emozioni, ai sentimenti, alla tenacia e alla memoria.
Sono dell'ultimo periodo le sue ricerche sui nuovi supporti in carta fatta a mano e creati appositamente nelle forme più irregolari per il suo spazio pittorico, come "Opera al Museo-sala n.2", "Il monumento", "Al passo con la storia", "La lampada magica" ed altri donati al "Museum of the Royal House of Portugal", oppure quello al Comune di Apiro in occasione del XXXIII Festival Internazionale del Folklore.
Coerenti al linguaggio dell'artista questi dipinti sono tra loro collegati e uniti dalla personale tensione ansiosa, dai connotati magici, dalle colature pollockiane su colori di fondo giallo, verde o celeste. Con i titoli sul retro dell'opera l'artista completa e commenta il suo lavoro in una lucida interpretazione psicoanalitica dell'arte, come alla scoperta freudiana dell'inconscio e dell'indipendenza formale.
I supporti estranei alle consuetudini e la tecnica personale costituiscono per la Quintini i principali strumenti del suo "atto di liberazione pittorica" e del tentativo, peraltro riuscito, di rottura, distaccandosi definitivamente dalle tematiche e dai canoni tradizionali della pittura che, a questo punto, assume un'importanza meno rilevante della ricerca attorno ad essa.
La Quintini vede e raccoglie moventi ed indizi per questa nuova concezione di fare arte, in cui il supporto diventa parte integrante dell'opera stessa, come spesso lo fu, fra gli altri, per Klee e Kandinsky (dipinti su vetro, su pietra e tessuto).
Quella della Quintini è una pacifica irruzione personale nell'astrazione, come a voler rendere visibili più la spiritualità e il mistico che il materiale, con l'effetto psicologico del colore, che tuttavia non ha più l'essenzialità della raffigurazione, dato che prende il sopravvento l'espressivo linguaggio dei segni sul nuovo supporto, in un'iconologia astratta, immediatamente riconducibile al "linguaggio geroglifico" dell'epoca tolemaica (su papiro o tavolette di legno). "Il linguaggio delle forme" della Quintini si arricchisce oggi dell'originalità del supporto e mette in rilievo l'indiscutibile analogia tra arte, tecnica e natura.

Eraldo Di Vita  
OPERE
Cliccare sull'opera per ingrandirla.
Nel cuore del blu
2002
Historia
2002
Concerto per archi
2002
All'Opera
2002
Tuffo nell'infinito
2002
Viaggiare
2002
Notturno: luci e ombre
2002
Vacanze esotiche
2002
Azione
2001
Casa sull'acqua
2003
Andalusia
2003
Circensi
2003
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