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Dario Pennè - New Media Art

"Sono nato il 9 di Ottobre, lo stesso giorno di John Lennon e Miguel De Cervantes.
Correva l'anno 1975, che a molti potrebbe non dire nulla o, al contrario, significare molto.
Sin da bambino uno spiccato senso dell'arte e del mistero mi portano ad esplorare mondi ai più sconosciuti o non degni di interesse per la maggior parte dei mortali... la mia ha sempre viaggiato a lungo tra immagini d'autunno e contorsioni surrealiste, cercando me stesso in un delirante mondo metafisico, fatto di pensieri che spesso non prendono mai forma e restano in un limbo, conservati come in ghiacci perenni, pronti ad essere esternati sotto forma d'arte, di follie estemporanee o insopportabili sfoghi.
Ho camnminato molto da solo, trovando illusioni che si sono spesso trasformate nel nulla più vuoto ed è da una di queste, probabilmente la più grande, che nascono i le mie creazioni.
Erano giorni di sole sull'anima e fuori e nacquero in modo del tutto casuale, queste visioni ataviche e futuriste allo stesso tempo, tra ciò che impegnava la mia giornata e chi mi dava l'ispirazione, tirando fuori dal profondo le immagini nascoste che da sempre riempivano il mio inconscio.
Dal Paradiso all'Inferno in un mondo di fiori, farfalle, rovine, soli, lune, volti, illusioni, sensazioni, ma soprattutto sfere senza tempo, che racchiudono una storia mai scritta fino in fondo e che forse un giorno verrà portata a termine da qualche parte dell'universo..."

La New Media Art è utilizzata per descrivere progetti che impiegano tecnologie mediatiche emergenti e si occupano delle potenzialità culturali, politiche ed estetiche di questi strumenti.
L'artista digitale non guarda solamente, si considera un combattrente e sa che non è solo la percezione della realtà che è in ballo, ma la realtà stessa.
Nelle opere digitali di Dario Pennè ricorre spesso l'immagine di un bambino che si nasconde dietro una pianta, una palla, come in "Woman's-black", "Xpheres-man" o "Infinite- Way". Lo psicologo potrebbe individuarci un segno di timidezza o il desiderio di emergere dalla massa, ma poi la pittura di questo artista si fa più leggibile ed esplicita con "Xpheresland-Landscope.J." dove finalmente splende il sole del suo ingegno, che si estende in opere come "Searching-for-Infinity", di sapore metafisico e nelle opere surreali come "Morphanus" o "Of-wine Nature-and-Ruin".
Siamo di fronte ad un artista cosmopolita, che ha saputo scrivere sulla sua tavolozza immaginaria le storie più disparate, usando la fantasia dell'artista puro come un bambino che si entusiasma al volo di una farfalla o alla vista di un fiore. Pennè ha raggiunto, con la digital-art, dei confini che solo una fatasia come la sua poteva sperare di raggiungere, un mondo interiore fatto di sensazioni, di storie oniriche, surreali, forse futuriste.
Pur avvicinandosi alla concettualità, il lavoro di Dario Pennè presenta un'esteriorità che rimanda al surreale e l'aspetto caratteristico delle sue opere è proprio dovuto alla tecnica della digital-art.
In generale il lavoro di questo artista eredita dall'arte pop il repertorio dei colori e la moderna fisionomia dei soggetti.
Dario Pennè, in fondo, esaspera lo scientismo di quanti suppongono di poter connotare il profondo "io" celato in noi. L'artista usa un sarcasmo insofferente e anarchico per bersagliare inconsciamente quello stuolo di psicologi, sociologi e negromenti che si vantano di dare logiche spiegazioni al comportamento umano.
L'"io" di Pennè si sdoppia, triplica, si moltiplica, si incarna in sitiazioni paradossali e fugge ad ogni connotazione possibile.
L'intensità emotiva, la penetrazione e la tensione psicologica delle sue opere assegnano a questo artista un posto accanto ai più moderni interpreti del nostro tempo.
Il riferimento al reale non impedisce all'artista di esprimersi attraverso immagini che mascherano la realtà: la sua arte è espreessione di un'epoca in continua trasformazione e tensione spirituale,alla ricerca di nuove modalità di espressione e di una diversa visione del mondo.
Quello di Pennè è un sogno positivo, utopistico, come quello dell'età infantile nella quale ancora ci si poò appropriare delle cose vicine, toccandole, manipolandole, innestandole una nell'altra in nuovi e precari connubi.

Eraldo Di Vita

OPERE
Cliccare sull'opera per ingrandirla.
Guitar hero's dream Infinite way
Morphanus Nocturnal plants
Of wine, nature and ruins Searching for infinity
Wasted dreams Where the spheres take shape
Woman's back Xpheres city
Xpheresland landscape Xpheres man
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