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La raffinata poesia pittorica di Leonardo Martinazzi

Leonardo Martinazzi nasce a Chiari (Brescia) nel 1939 e dal 1961 inizia ad esporre in colletive.
La sua prima personale si svolge con successo in Belgio (Anversa) nel 1967, seguita nel 1968 dalla mostra a Brescia presso l'AAB. Seguono alcuni anni in cui l'autore abbandona l'attività pittorica per dedicarsi all'impegno politico e sindacale nell'industria in cui lavora.
Nel 1985 riprende a dedicarsi alla pittura ed insieme ad altri colleghi costituisce il Gruppo "Esprit de Finesse", trovando le stesse necessità di ricerca di un nuovo linguaggio che dà senso alla propria "visione interiore". Il sodalizio si esaurirà nel 1992, dopo 7 esposizioni svolte.
Dal 1989 l'artista si dedica a tempo pieno all'attività pittorica, partecipando a mostre personali (1991 Brescia, 1997 Parigi, 2003 Piacenza, 2004 Piombino, 2005 Lecce) e a Fiere d'Arte con stand personali (1999 Brescia, 2001 e 2002 Reggio Emilia, 2002 Parigi) oltre alle collettive di New York, Roma, Padova, Jesolo, Chiari ecc.
L'artista vive e lavora a Brescia.

Disegnatore e progettista, Leonardo Martinazzi è già passato attraverso numerose esperienze artistiche, finchè la critica ha rilevato nella sua pittura quella geografia dell'anima, del sentimento e delle emozioni che oggi lo caratterizzano.
Le sue ormai note mappe dei "non luoghi" o della "fantasia" rivelano un'arte raffinata e piena di poesia, che cerca di rendere visibili le cose invisibili e di dar loro un diverso significato (la psicologia la chiamerebbe tensione e inquietudine interiore).
Le sue ultime opere s'intitolano: "Tabule glocali" ,"Presagi", "Haiku" o "Omaggio a P.Eisenmann" e si tratta di lavori composti ed elaborati al PC, stampati su carta in rilievo, ritoccati e completati con inchiostri e collocati su pannello (tutte opere uniche ed originali).
Alcune di queste poetiche composizioni sembrano fotografie della Terra fatte dallo spazio. Così doveva essere il nostro pianeta milioni di anni fa: dilaniato, caotico, sovrapposto, sfaldato, pieno di faglie, di lave vulcaniche in formazione e, forse, così è destinato a ritornare, come il suolo della Luna o di Marte. I contenuti delle invenzioni di Leonardo Martinazzi lasciano spazio alla forma cercando di conquistare il colore attraverso la pittura, combinando le tecniche grafiche ( sulle quali eccelle l'artista) con i colori e creando quelle personali tonalità di espressione della luce.
L'obiettivo dell'artista non è certamente la rappresentazione della realtà esteriore, ma la rappresentazione stessa, attraverso associazioni e fantasie, deve risultare dagli strati di colore.
L'originalità dell'opera di Martinazzi acquista coerenza attraverso un processo linguistico personale, una semantica pittorica e un vocabolario visivo individuali. Nel contesto di una società spersonalizzata e predestinata all'omologazione totale, liberare la propria immaginazione vuol dire essere originali.
Un artista come Martinazzi deve essere tante cose insieme: grafico, pittore, poeta, studioso della storia dell'arte, architetto, filosofo, poiché la vera arte deve sbarazzarsi dell'aspetto reale delle cose e avvicinarsi al romanticismo dell'astrazione.
Da una rete di forme geometriche hanno origine i dipinti architettonici (astratti ed espressivi) e le mappe fantastiche di Leonardo Martinazzi, la cui ragione di essere artista sta nel fatto che dalle sue "formazioni di forme" e di colore risultano infinite possibilità associative in rapporto all'oggettività, nel senso che ciascun osservatore può percepire una cosa diversa nella stessa opera a seconda dello stato d'animo in cui si trova in quel preciso istante, in una specie di test psicologico riferito ai veri momenti dell'osservazione.
Martinazzi cerca la complessità dei rapporti tra le cose, indaga le relazioni spaziali tra la grafica e il colore, osserva le posizioni possibili dinanzi alla realtà; la sua pittura vuole essere espressiva e desidera intrattenere rapporti strettissimi con gli stati d'animo e con i sentimenti.
Ogni suo lavoro è diverso dall'altro in quanto si apre ad una possibile serie di relazioni e vibrazioni. La qualità pluralistica delle opere di Martinazzi, la stratificazione dei contenuti, il processo di lavorazione e di stampa tridimensionale arricchiscono il lavoro dell'artista e il suo "immateriale paesaggio interiore" (impulsi, emozioni, sensazioni, frammenti di memoria personale) è capace di creare un rapporto sociale energetico con l'interlocutore.


Eraldo Di Vita  


Web: www.martinazzi.it
E-mail: leonardo.martinazzi@tin.it
OPERE
Cliccare sull'opera per ingrandirla.
Tabula glocale nº 3 Tabula glocale nº 4
Tabula glocale nº 23 Tabula glocale nº 27
Presagio nº 2 Presagio nº 5
Presagio nº 9 Presagio nº 13
Omaggio a P. Eisenmann nº 1 Omaggio a P. Eisenmann nº 2
Haiku 1 Haiku 4
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