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La vibrazione interiore nell'astrazione geometrica di MARCO MARRA

L'astrazione geometrica di Marco Marra si è trasformata e ridefinita anche all'occhio del critico, tanto da diventare realtà del 21° Secolo, soprattutto dal punto di vista della comunicazione e del linguaggio pittorico.
Le linee, i quadrati, i triangoli e i cerchi si trasformano nella pittura di Marra, con la complicità del colore, in veri e propri stati d'animo e in vere e proprie vibrazioni interiori.
L'arte di questo Maestro, non più sotto il giogo della realtà esterna e del materialismo, gode il suo momento di assoluta autonomia poetica.
Artista raffinato e armonico sotto tutti i punti di vista e soprattutto sul piano culturale, Marra è altresì dotato di tecniche grafiche e pittoriche proprie dei grandi esecutori, come un arrangiatore musicale abbellisce e ingentilisce la partitura sul pentagramma. Si tratta sempre di costruzioni complesse, dominate da un ordine geometrico, dove il rapporto di forma e spazio aspira ad una sorta di metafisica geometrico-energetica e al recupero dualismo luce-struttura.
Nelle astrazioni di Marco Marra è il sentimento a creare le geometrie, nelle quali le relazioni tra rette, piani e spazi sono dominate dal colore. La geometria astratta del Maestro non è più algebrica o ipotetico-deduttiva come quella di Euclide, ma arriva dal cuore.
Marco Marra indaga la struttura, l'ossatura grafica del soggetto prescelto e l'affida al colore, creando un'architettura che assorbe e definisce ogni possibilità di spazio. Fra profondità temporale, spaziale, inconscia e cosmica da un lato e senso della realtà, immediatezza ed esteriorizzazione dall'altro, corre un legame che il Maestro tende sempre più a definire come un rapporto astratto in estremno equilibrio dinamico e nella ricerca di armonia interiore.
Molte delle opere di Marra accentuano un dinamismo che supera la percezione estetica. Marra rappresenta, nel quadro delle ricerche, l'ipotesi dell'equilibrio fra realtà singola e dimensioni collettive, universali e oggettive, fra emozione e legge. Lo sforzo teorico e pittorico di Marco Marra mira a raggiungere il reale non dal punto di vista della percezione, della conoscenza della realtà, ma da quello dei significati e della coscienza. Una pittura che, pur seguendo procedimenti formali, diventa immediatamente intuitiva ed emozionale, se è vero che la forma e la struttura costituiscono non tanto la rappresentazione di una regola di geometria (teorema o dimostrazione che sia) quanto l'equivalenza di elementi opposti (casuale e oggettivo, conscio e inconscio) che esteriorizzano l'universale che è dentro di noi, cioè "esteriorizzano coscientemente l'inconscio".
Si tratta di una pittura che supera l'informale con un ritorno alla composizione per mezzo dell'integrazione di immagini a carattere geometrico e simbolico e che rivela un'attenzione particolare ad accentuare, con raffinata definizione tecnica, una precisa intenzione formale.
La teoria di segnali e di moduli geometrici determinano l'analisi grammaticale del reale.
Quella del Maestro è una geometria "fantastica" della luce in un incontro di "figure", fino a creare quella dimensione di spazio-luce che contraddistingue la sua arte.
Le opere di Marco Marra possono essere lette, quindi, a due livelli: al livello delle forme, degli elementi geometrici e al livello di colore.
A me pare che l'equilibrio sia perfetto e l'opera raggiunge risultati affascinanti anche sul piano percettivo, della logica visiva e dell'emozione estetica che, nel Maestro, non ha bisogno di particolari impegni risolutivi sul piano psicologico e su quello linguistico, per manifestare una grande pulizia mentale e un ordine classico invidiabile. Al centro degli interessi del Maestro c'è una produzione artistica in cui la nozione di movimento è collegata all'illusione dello spazio, che tiene conto delle costanti formali e cromatiche, della geometria e della fisica. Il Maestro non crea segni, crea movimenti. La realtà della sua astrazione geometrica è l'istanza primaria del suo impegno. Le sue strutture sono dovute, più che al movimento delle mani, all'abilità della mente nel portare a termine il lavoro progettato.
Marco Marra, oltre all'astrattismo geometrico, ha affermato una pittura umanistico-relazionale interessata alla tensione spirituale.

Eraldo Di Vita  


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OPERE
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Composizione spaziale
1993
Composizione in rosso e blu
1996
Composizione sacra per vetrata
1999
Struttura aperta
2001
Contrasto complementare
2002
Distorsione ottica della circolarità
2002
Nell'arco di un giorno
2004
Composizione in ocra e blu
2002
Evocazione solare
2003
Bozzetto per composizione in vetro a struttura multipiani
2004
Meridiana di luce
2004
Composizione solare
1988
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