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Armando Fontana Successivamente si è formato come autodidatta. Attualmente vive in Toscana, a Figline Valdarno. Ha iniziato ad esporre nel 1997, con una personale alla Galleria Carini di San Giovanni Valdarno (Arezzo) e ha all'attivo una ventina di mostre personali. Armando Fontana è ormai considerato l'alternativa italiana a Roy Licktenstein, l'americano che per primo ha nobilitato il fumetto al rango di arte ed è considerato uno dei maggiori esponenti della pop-art. Di arte popolare si deve parlare anche per Armando Fontana. Anche in Italia, alla fine degli anni Trenta e negli anni Quaranta, si rivelano le grandi firme del fumetto, come Rino Albertelli (Le grandi cacce di Gino e Gianni, che si rifacevano alle avventure dui Cino e Franco americani), Pier Luigi De Vita (Saturnino Farandola), Giovanni Luigi Bonelli, Walter Molino (che illustrava anche le copertine della Domenica del Corriere), Franco Chiletto e Carlo Coisso colo suo "Fulmine". I Settantenni come me ricorderanno il giornaletto "Avventuroso" e L'Audace, che col Corrierino dei Piccoli occupava le fantasie avventurose dei più piccini. Quei giornaletti raccontavano le avventure di Capitan Audace, alle Frontiere del Far West, Vurus e Dottor Faust. Oggi i fumetti sono diventati quasi una scienza, grazie ai giovani scrittori che ne hanno capito e magari esagerato il significato culturale, ma sappiamo benissimo che il divertimento e il rilassamento della lettura nascono dall'estrema semplificazione dei sentimenti che muovono i protagonisti dei nostri fumetti preferiti. Ecco come Armando Fontana sa cogliere il significato intrinseco del fumetto, con una sola vignetta, e da come usa il disegno per rappresentarla siamo veramente di fronte ad una "semplificazione dei sentimenti" tale da superare ogni possibile condizionamento di essi da parte della morale sociale in cui viviamo. Con una sola vignetta Fontana segue una logica sceneggiatura e ci fa rivivere tutta la storia. E' sufficiente osservare opere come "L'Abbeverata" per immaginarci una lunga storia di cow-boys, "Io penso", che ci ricorda una battaglia aerea sicuramente vinta, "Tre", il momento estremo in cui si decide della vita e della morte, "Sergente", che illustra una delle figure mitiche in battaglia, oppure "Chi sei", una storia del west a fianco della quale leggo "VENDUTO" come per le opere "Non sono convinto" e "Sergente". Sì, la sincerità di Armando Fontana piace e lui "vende molto", di personaggio in personaggio, di trovata in trovata, nobilitando ancora una volta il fumetto nostrano.creando opere di piacevole lettura. Ecco come il fumetto intelligente, oltre a colpire la fantasia del lettore ,può diventare un "oggetto d'arte" da appendere alle pareti delle nostre case (o da far risaltare nelle camerette dei nostri bambini) per rallegrare quelle atmosfere tante volte adombrate da un astrattismo cupo e cervellotico, difficilmente comprensibile e che non può suscitare emozione alcuna. Ecco come un artista non si rifugia nella sua torre d'avorio a meditare e profferire "intelligentia", ma esce allo scoperto, con la sincerità di un bambino, ad offrirci serenità, a volte un sorriso, più spesso un ricordo. E-mail: armandofontana@virgilio.it
Eraldo Di Vita
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