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L'Avatar di Angela Caporaso

Angela Caporaso è nata negli anni Sessanta in provincia di Caserta e si è dedicata soprattutto al collage e alla poesia visiva. All'attività di pittrice alterna quella di web-designer.
Sensibile alle tematiche ambientali ha usato materiale di recupero sia per realizzare installazioni che per opere a tutto tondo. Negli anni Ottanta,particolarmente attenta alle teorie psicoanalitiche ha fondato il gruppo P.L.I.S (Per Liberare Immagini Soffocate) il cui linguaggio espressivo è stato fortemente suggestionato da influenze neosurrealiste e freudiane.
La sua prima personale è stata "Les Etrangers" dedicata a A. Camus, ha partecipato alla mostra "Poetica/Politica" e nel 1999 a Limotola (BN), nel corso della rassegna "Il trionfo del tempo e del disinganno" ha organizzato un vernissage, "Le mille Emily" con una presentazione di Luigi Romolo Carrino, dedicato alla poetessa E. Dickinson.
La sua mostra itinerante "Tondelli imperfetti", omaggio allo scrittore P.V.Tondelli, ha suscitato interesse nazionale. Ha realizzato performances intermediali partecipando, col suo racconto "EU", alla rassegna "Casertavecchia cultura per sempre" e nel 2003 i suoi progetti digitali "Mariolino e l'immagine sulla lavagna" e "Nerogenet1" (digitalcollages interattivi realizzati in formato swf, omaggio a Jean Genet) sono stati presentati alla Fiera del Libro di Torino.
Nell'anno internazionale dell'acqua (2003) ha realizzato l'installazione "H2O" col contributo letterario di Emilio Gauna e nel 2007 ha presentato a Capua "Kauffmann o.7....e allora il trash si fa arte", una mostra realizzata in occasione del bicentenario della scomparsa della pittrice svizzera Angelica Kauffmann.
Nel 2008 ha esposto ripetutamente su Second Life nei panni del suo avatar, Soya Camel ed è stata ospite alla Fiera del Levante di Bari per la selezione artistica "Nuova Voce - La Fiera del Levante adotta Telethon" a cura della Fondazione Giorgio Correggiari.

Sito web: www.angelacaporaso.com

Il collage inteso come composizione di elementi e frammenti di materiali diversi , estranei alla materia pittorica, impiegati in funzione di toni di colore, di astrazioni formali e informali, di suggestioni materiche o come veicolo di informazione, non è certo da considerarsi inferiore, dal punto di vista asrtistico, alla pittura vera e propria, anzi il collage stesso pone le premesse per una rifondazione della concezione dell'opera d'arte, che da riproduzione, lettura o interpretazione dell'oggetto, diventa oggetto ricostruito, nuovo e autosufficiente proprio in base alla fantasia e alla cultura dell'artista che lo esegue.
Il collage, il papier collè o l'assemblage sono stati usati da una grande quantità di artisti che hanno fatto di questa forma d'arte il proprio emblema (Braque, Picasso, Schwitters, Arp, Rauachenberg, Arman, Rotella, Villeglè e tanti altri ancora).
In Francia esiste un museo consacrato all'arte del collage e alle sue tecniche: "Artcollè" di Parigi.
Angela Caporaso aderisce a queste tecniche in una sua personale maniera arricchendo le sue opere, oltre che col collage, anche con installazioni, tecniche miste e digitali. Di un'opera come "Mare Nostrum" sarebbe stato fiero Guy Harloff che usava parti del copro umano (specialmente del viso) per costruire le sue opere fantastiche.
La Caporaso si avvale, per esempio, degli occhi per rappresentare dei pesci guizzanti nel mare e delle bocche-foglie per ornare, a modo di pianta di edera, degli obelischi rappresentati da dita e da una gamba che sorgono dalle acque.
In "Giotto G-8" l'artista si sbizzarrisce in un gioco di parole e di simboli (occhi, mani e lettere d'alfabeto su fondo celeste) mentre nell'installazione "H2O" le molecole della formula dell'acqua, rappresentate da bottiglie, sono unite tra loro da supporti colorati.
Le sue tecniche digitali sono usate in "Avatar and Caporaso's Collage" e "Avatar Habilis", due recipienti-sculture fantasticamente decorate.
I collages di Angela Caporaso si distinguono dalla massa in quanto gli elementi assemblati non sono collocati alla rinfusa ma in un ordine ben preciso di costruzione artistica ridefinita e linguisticamente personalizzata.
Viviamo in un mondo fatto di verità che si contrappongono e non è credibile che la verità risieda in un posto solo. La verità e la filosofia di Angela Caporaso si trovano sparse nel mondo , in frammenti che lei cerca di riordinare per creare qualcosa di intero e permanente.
Poichè, fondamentalmente, tutta l'arte è essenzialmente figurativa, il problema deve essere il modo in cui inserire l'uomo in essa.
Angela Caporaso crea le sue forme attraverso il colore e i frammenti cercando di dare loro una luce specifica, un peso specifico e uno specifico posto nell'opera stessa e nel panorama dell'arte contemporanea che da più parti sostiene la dichiarazione di morte della pittura classica, come fece già Duchamp nel 1912 affermando che la pittura era giunta al capolinea e occorreva trovare altri termini espressivi.
La Caporaso utilizza il collage e il gesto per reinventare il piano pittorico ,interessata al tentativo di indagare le relazioni e il modo in cui un'opera può creare tensione.

Eraldo Di Vita
OPERE
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