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Il "Moto Perpetuo" di Loredana Cacucciolo

Loredana Cacucciolo nasce a Bari nel 1968. Autodidatta, comincia ad utilizzare la tecnica della grafite per poi passare alla pittura ad olio.
Nel 1991, agli inizi della sua attività, ritrae soggetti tradizionali, classici, che hanno contribuito a formare una padronanza tecnica e per maturare la consapevolezza di come e dove indirizzare una ricerca più personale, più confacente a quello che era il suo obiettivo artistico.
Dal 1994 al 1999 consuma l’esperienza di direttore artistico nell’ambito di un contenitore culturale con sede in Bari.
Nel 1998, con la scelta di indirizzare la propria attenzione sul genere del paesaggio, avvia la sua ricerca che oggi è approdata ai "paesaggi" suburbani, racconti di periferie, sensazioni tramutate pittoricamente in situazioni che narrano di un istante, di una fuga, di un rientro, cercando costantemente il movimento, sempre in maniera istintiva e gestuale.
Attualmente lavora su tutto il territorio nazionale, senza tralasciare importanti collaborazioni internazionali.

Loredana Cacucciolo dipinge le emozioni e i sentimenti che scaturiscono dalle "cose"; essa racconta storie di tutti i giorni, momenti pubblici e privati, mettendo a confronto la forza interiore di ogni "oggetto" che dipinge, con la loro fragilità, come in una foto istantanea che coglie l’attimo del movimento e che non sarà mai uguale un istante prima o dopo.
Ecco, la Cacucciolo cerca costantemente il movimento di futuristica memoria, indaga, come Einstein, sulla velocità della luce, sul vento, sulla brezza notturna, la nebbia che scaturisce dal calore della terra e anche il cielo che la sovrasta (ora azzurro, ora cupo, ora evanescente) sembra che da un momento all’altro diventerà temporale e folgore.
Le architetture della Cacucciolo esaltano luoghi e cose trascurate, quasi emarginate, fragili e precarie: camion in movimento, distributori nella notte, case, alberi e cose, che lasciano trapelare inquietudine e solitudine, che rappresentano l’ansia e il disagio nascosti nella banalità quotidiana e la rendono più accettabile, più agevole al nostro sguardo distratto.
Quella della Cacucciolo è un’arte che si muove tra l’astratto (le atmosfere) e il concreto (le cose reali) e, come diceva Peter Halley, essendo la società diventata astratta, l’astrattismo diventa una forma di realismo e viceversa.
La Cacucciolo impersona proprio questo modo singolare e personale di fare arte, da collocarsi nell’ambito della New Media Art, un’arte fra idea a e materia, idea come impianto della memoria, materia come corpo della pittura in movimento o come funzione del corpo.
Sulle tele della Cacucciolo le immagini dipinte diventano fotogrammi di un film che inscena momenti della nostra vita e l’incalzante mutare di una realtà in moto perpetuo, in mezzo a quel mondo di fantasmi perduti tra le pieghe di corpi evanescenti, quasi irriconoscibili.
La pittura di questa artista non è sotto il giogo della realtà esterna, come avveniva nella tradizione, lei sa manipolarla, gestirla, con pennellate veloci ed istintive, e sa rendere affascinante un camion in movimento, che si confonde con l’asfalto o una casa, nella luce livida della notte, che sembra ondeggiare come un albero al vento.
In queste rappresentazioni l’uomo è quasi sempre assente, ma si respira la sua presenza in ogni centimetro quadrato del dipinto; egli è lì a dare senso a quello che sta accadendo a causa sua, per trasferirci le emozioni che prova e che proviamo noi osservando l’opera.


Eraldo Di Vita  


E-mail: loricacucciolo@libero.it
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