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Il "NUOVO CANTO ALLA PITTURA" di Walter Accigliaro

L'arte di Walter Accigliaro sperimenta nuovi linguaggi poetici che prima erano esclusivo dominio della filosofia; ovvero non è più credibile un'arte che sia solo speculazione filosofica su se stessa.
E' sorprendente che, nelle opere di Accigliaro, colore-luce-forma acquistino una loro autonomia espressiva e producano nell'occhio di chi li guarda dei processi psicologici di suggestione e rispetto per l'architettura compositiva; come se l'arte fosse un mestiere estremo, in cui si mettono in gioco non solo le proprie esperienze, ma anche il corpo, la mente, il dolore e la vita stessa , per poter liberamente comunicare le proprie scoperte intellettuali e artistiche.
Egli sa bene come mettere a nudo le emozioni con ciò che sa creare; sa bene che la sua è un'arte linguisticamente innovativa e che riflette una notevole tensione spirituale.
La luce, la profondità, le relazioni tra forma e colore, la viscosità dei materiali, la loro stessa matericità, lo spessore del supporto e la trama delle tele, con Accigliaro sono elementi ritornati di grande attualità. L'astrazione e l'impegno concettuale di Walter Accigliaro intonano un "nuovo canto" alla pittura, nella quale non c'è solo la memoria, ma al suo interno convivono reasltà diverse, anche contraddittorie; vi echeggiano esperienze che, nel porsi in relazione alla società attuale e alle sue acquisizioni tecnologiche, di essa delineano l'identità.
Il Maestro riesce ad affrontare la dialettica formale-informale, astrazione-figurazione, dove l'emozione offre la possibilità di vedere in essa il bello sia in ambito di pura trascendenza, sia in ambito psicologico-oggettivo.
Ciò che coinvolge Accigliaro, che lo interessa, non è tanto l'idea di bellezza quanto il suo significato. L'artista si è nutrito alla linfa dell'albero dell'informale, ma poi è andato oltre, nel neoinformale, per sviluppare nuove istanze, raggiungendo una personale identità espressiva ricca di fermenti lirici. Sono degli anni Ottanta opere come Da quel crocevia di umori (1984) , Dai frammenti del maniero romantico (1987), fino a Metafora verdigna del 1989.
Dagli anni Novanta in poi, Accigliaro approfondisce il discorso sul colorismo filtrato, per creare la sua "pittura fredda" con colori, appunto, "freddi", usando anche le vernici industriali e il polimatericismo, come nelle opere ...di terra (1990), Quel tormentoso frammento d'algore (1991), Del pensiero freddo, Da un'allegoria manierista della scienza (1993), Nel freddo tempo di quella lacerazione (1994), Come insegnare alla luce l'interiorità delle tenebre (2001) oppure Addentro vidi come vorrei (2002).
Per lui è stato un passaggio naturale e culturalmente avanzato dall'informale, con l'abbandono delle suggestioni anche materiche, per coagulare la sua intellettualità artistica e linguistica in una sorta di congelamento astratto-concreto del periodo di alta concettualità architettonica, come nelle sue installazioni: Colonna mistica (1988-89) e La disputa delle colonne (1997).
Si tratta di un netto recupero della semplificazione e della spontaneità espressiva nell'ambito dello sfogo energetico, che riattiva antiche valenze interiori ed esperienze già consumate, ma particolarmente adatte a rappresentare quel momento di rinnovamento che era partito dal miraggio di poetica neoinformale, che è poi l'anima del sentire e del vedere della parte lirica di Accigliaro.
L'artista è un attento alchimista alla scoperta di nuovi materiali e nuove tecniche artistiche; insomma alla ricerca del fare, del creare, del vivere, vicinissimo al rapporto trea arte e scienza, cioè delle applicazioni dei metodi scientifici all'arte, fornendo con le sue ultime opere nuovi sostrati di grande interesse al linguaggio del neoinformale e della postastrazione, sfociate, come abbiamo detto, nella sua personalissima "peinture froid".
L'arte di Walter Accigliaro, espressione di un'epoca che pare assistere alla fine della storia, ha saputo fare dei "frammenti": ora il tutto, ora l'espressione di una relazione tra le parti.
L'occhio attento si accorge che la riduzione delle scale tonali delle ultime opere sono solo apparenti. La superficie dei supporti, infatti, è dall'artista albese ottenuta mediante un attento lavoro di apparizione e sparizione del colore, che viene steso per velature e raschiature. L'utilizzo di altri materiali aumenta la densità della superficie e accresce la sensazione di una temporalità in cui si avverte la sedimentazione della memoria e la traccia dell'inesorabilità del tempo.
Alla smaterializzazione della pittura si contrappone la pregnanza fisica, in una totale compenetrazione, tra oggetto, spazio e luce.
Nelle opere di Walter Accigliaro l'astrazione dal reale non comporta un'austera solennità; il gioco di presenza e assenza, di pieno e di vuoto introduce un intervallo carico di silenzio, di poesia e di "sublime quotidianità".
Le opere dell'artista riassumono un lungo periodo della storia dell'arte e lo fanno in modo concettoso; diventano intense, passionali e fortemente personali, basate sul concetto dell'opera come veicolo di emozioni e di vitalità, dove il metodo espressivo di costruire l'opera stessa è considerato determinante per la spontaneità del rapposto strettissimo dell'artista con l'opera e il ruolo privilegiato dell'inconscio nel processo creativo.
Le tecniche di Walter Accigliaro sono basate su una scelta di combinazione di elementi (cementi, panneggi, graffiti) che vogliono esprimere una drastica rottura con l'idea tradizionale di spazio pittorico e vogliono agire nel varco che separa arte e vita.
La crisi culturale e quella della vita vissuta del nostro inizio Secolo è descritta nelle opere di Walter Accigliaro, accanto alla sua grande vitalità espressiva. Questo poeta usa l'arte per riflettervi le contraddizioni e i disagi del tempo e per coinvolgere in queste emozioni anche lo spettatore.

Eraldo Di Vita  
OPERE
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Studio per una stele ceramica Colonna-mestica
Il rifiuto di un sogno infranto Tavola degli ori di Bisanzio
Allegoria della colonna spezzata L'ordito della memoria
Quella fredda ascesa all'Olimpo Colonne-mestiche
Piedritto freddo La Venere lunare
Come insegnare alla luce l'interiorità delle tenebre? Sequenza di basamenti dal Tempio dei Desideri
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