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MOSTRA: "MOVIMENTO IPERSPAZIALISTA E SUE RADICI STORICHE"

Curatore: Leo Strozzieri
Sede espositiva: Sala Corradino D'Ascanio - Popoli (PE)
Periodo espositivo: 6 - 30 agosto 2005
Catalogo: Edizioni Artechiara - Pescara


Dal 6 al 30 agosto 2005 nello spazio della Taverna Ducale di Popoli (PE) si è tenuta la mostra "Movimento Iperspazialista e sue radici storiche" con la quale, per la prima volta, sono stati puntualizzati in chiave storica l'origine, lo svolgimento e il ruolo di tale movimento sorto nel 1996, anno del primo manifesto, a cui hanno fatto seguito altri tre documenti teorici, ultimo dei quali il "Manifesto dell'arte sacra iperspazialista", pubblicato in occasione del Giubileo del 2000 e firmato da oltre 150 uomini di cultura.
L'Iperspazialismo, che prosegue il discorso iniziato da Lucio Fontana col celebre "Manifiesto blanco", è una presa di coscienza di una visione ampliata dello spazio dovuta ai progressi scientifici e telematici, con una particolare attenzione all'individuo concepito quale frammento dell'universo.
Nella mostra sono state esposte opere degli attuali dieci componenti del movimento: Luisa Bergamini, Alessandro Carlini, Maria Pia Daidone, Andrea P. Damiani, Ergilia Di Teodoro, Cesare Iezzi, Ettore Le Donne, Giuseppe Masciarelli, Antonio Paciocco, Alessandro Perinelli.
Sono state altresì esposte opere di dieci maestri storici che hanno affrontato il problema dello Spazialismo: Salvatore Emblema, Luigi Faccioli, Antonio Fiore, Lucio Fontana, Franco Giuli, Edgardo Mannucci, Umberto Mastroianni, Mario Nanni, Achille Pace, Luigi Veronesi.
All'inaugurazione della mostra, presieduta dal direttore della "Taverna Ducale" Roberto Franco della Soprintendenza de L'Aquila, sono stati presentati al pubblico due documenti storici: un nuovo manifesto del movimento e un volume con l'itinerario operativo dell'Iperspazialismo a partire dal 1966, anno della fondazione.
Nel volume, tra l'altro, è riportata una documentazione fotografica dei vari protagonisti e un saggio storico del curatore Leo Strozzieri, nonché interventi di altri sei insigni studiosi italiani: Enrico Borgatti, Lino Cavallari, Eraldo Di Vita, Janus, Antonio Picariello e Maurizio Vitiello.

A dicembre 2005 si è aggiunto al gruppo degli Iperspazialisti l'artista toscano Giovanni Boldrini. Vi rimandiamo alla pagina a lui dedicata per una descrizione del suo lavoro.

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IPERSPAZIALISTI

Per comprendere appieno il concetto di "iperspazialismo" occorre partire dal movimento spazialista di Lucio Fontana e c., dal suo "Manifesto Bianco" (1946) e dai successivi manifesti dello "spazialismo", nei quali le "esigenze dello spirito nuovo" appaiono risolvibili attraverso l'applicazione delle "risorse della tecnica moderna" (radio, televisione, radar ecc.), in grado di svincolare l'operazione artistica (il gesto) dalla materia. Si afferma così la necessità di un'arte fondata sul movimento, nello spazio e nel tempo, di materia, colore e suono tra loro integrati. Le realizzazioni artistiche più rilevanti, in questo senso, furono indubbiamente gli "ambienti spaziali" di Fontana. L'Iperspazialismo, nel senso di super e oltre, si prefigge di "entrare nel varco aperto da Fontana", con i suoi tagli sulla tela, per incontrare nel futuro "squarci" di un vissuto cosmico extradimensionale. Per capirci meglio, gli iperspazialisti, nel loro manifesto, intendono il "Movimento Iperspazialista" come un "viaggio verso il futuro anteriore, oltre i confini dello spazio e del tempo, dove lo spazio e il tempo si deformano per dar vita a dimensioni immaginarie. In quanto molto vicino al pensiero di Salvador Dalì, Max Ernst e Renè Magritte, l'iperspazialismo stringe una mano al surrealismo, per proiettersi in universi virtuali, paralleli e speculari. I comandamenti dell'Iperspazialismo sono quindi dettati dall'iperuomo, navigatore solitario dei canali cibernetici, esploratore di mondi e di antimondi, di percorsi stellati, palpitanti di vita, iperintelligenti. Per gli "Iperspazialisti" l'arte deve saper entrare nel nuovo cammino aperto dalla storia, sperimentare vie sconosciute, mettersi in contatto con realtà diverse, recuperare all'immaginario collettivo la bellezza di archetipi sepolti nella memoria cosmica ancestrale.

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